Per questi primi aggiornamenti di Costanti/Variabili dedichiamo spazio alle nuove opere di Alessandra Galanti, Elena Porcelli e Denise Scascitelli Benedetti. Galanti accompagna un’opera singola, dal titolo trAmare, ad un lavoro in serie, intitolato trAmando; Porcelli e Scascitelli Benedetti presentano invece due trittici: il primo, il trittico di Porcelli, è intitolato Inchiostro su carta; il secondo, di Scascitelli Benedetti, si intitola Cambiamento Continuo. Di seguito potrete trovare i testi che le stesse autrici succitate hanno scritto per introdurre l’operato che oggi ci pongono.
Alessandra Galanti: trAmare – trAmando
Le realizzazioni dell’opera trAmare e della serie trAmando mi hanno vista impegnata per molti mesi quotidianamente, tanto che, dal punto di vista psicologico, ho vissuto un desiderio che mi invitava all’incontro quotidiano con l’uncinetto, e che mi ha spinto alla messa a punto di alcune vere e proprie costruzioni che rimandassero ai “lavori della nonna”, fatti però con il filo di rame.
L’intento è quello di ricreare il ricordo infantile, organizzato in prospettiva. Tale prospettiva non è nel futuro (come la parola lascerebbe intendere) ma nel passato: prospettica è la narrazione che noi intessiamo tra gli elementi mnemonici che popolano la nostra mente.
Il “rito” del tramare è legato al ricordo di mia nonna paterna, che amava ricamare, e il mio lavoro intende rendere omaggio alle sue mani sapienti che hanno saputo realizzare lavori unici ed irrepetibili. Il ricamo diventa quindi come un rito, nel quale ci sono frammenti di storia personale.
In entrambi i lavori è presente un materiale specchiante: lo specchio funge da portale attraverso il mondo parallelo, nel quale ognuno di noi è riflesso, e ciò permette ad ogni individuo di scoprire una parte di sé non del tutto nota.
Nell’opera trAmare ho utilizzato molti metri di fili di rame per realizzare una specie di grande coperta a cui ho dato una forma circolare e alla cui sommità ho posizionato dell’acciaio specchiante per, appunto, rimandare allo specchio e alla porta, protagonisti del mio lavoro.
La serie trAmando è composta da cinque tele sulle quali è stata sistemata una pellicola specchiante. Le varie tele sono state da me “velate” con una lavorazione realizzata sempre con fili di rame, in modo da ricreare quel “vedo e non vedo” sinonimo di mistero.
Elena Porcelli: Inchiostro su carta
Queste opere nascono dall’esigenza di esplorare, in maniera spontanea e disinvolta, le proprietà della carta e dell’inchiostro. Ho realizzato questi lavori muovendo casualmente la mano sul foglio in modo da non sapere quale sarebbe stato il risultato finale. L’unica scelta non affidata al caso è quella del colore. Da tempo avvertivo il bisogno di riuscire a ricreare una specifica tonalità di rosso: “Arterial blood red”, descritta da Abraham Gottlob Werner ne La Nomenclatura dei colori di Werner. Così ho effettuato un esperimento lavorando con gli inchiostri e mi sono fermata solo quando ho ottenuto un risultato che mi soddisfacesse.
Per quanto riguarda il supporto, ho scelto una carta da acquerello pressata a freddo che permette ai pigmenti di fluire nelle scanalature e nelle irregolarità.
Denise Scascitelli Benedetti: Cambiamento continuo
“Cambiamento continuo“ è la traduzione della parola giapponese Kaizen (改善), composta da due termini: KAI (cambiamento, miglioramento) e ZEN (buono, migliore).
Si tratta di una vera e propria filosofia, un modo di pensare che permette di raggiungere i nostri sogni/obiettivi in modo graduale, senza sentire il peso del cambiamento. Non bisogna aver paura di tale cambiamento ma, al contrario, esso va accolto e accettato, anche se causa incertezza e paura.
Questo modo di riflettere è applicabile su qualsiasi aspetto, per esempio nella vita personale, privata, sociale, ma anche in quella professionale. Tutto dipende anche dalla continuità e dall’impegno che mostriamo in quell’interesse.
La serie che presento descrive fedelmente quei piccoli cambiamenti che nella vita di tutti i giorni sembrano insignificanti, ma che successivamente si rivelano una vera e propria trasformazione. Soffermarsi sulle proprie abitudini è il primo passo per stabilire di cosa si ha bisogno realmente.
La scelta di utilizzare una materia plastica come l’Isolon (una schiuma di POLIETILENE ESPANSO, un isolante termoacustico usato in edilizia) non è casuale: infatti, se riscaldata, diventa estremamente duttile e predisposta alla deformazione riprendendo così il concetto di cambiamento, un qualcosa in continua trasformazione.