Cominciamo il mese di agosto presentando un nuovo ospite nella nostra galleria virtuale. È la volta di Simone Brambilla, studente di Scultura attualmente all’ultimo anno di corso presso l’Accademia di Brera, appena tornato da un Erasmus a Lione. Come sempre, riportiamo le parole scritte da chi ospitiamo per introdurre le opere in mostra:
Ciò che mi è vicino e ciò che mi sta intorno.
Indago le strutture del quotidiano per rinfrescare la percezione. Gli elementi che accompagnano il vissuto di ciascuno hanno bisogno di essere osservati con una degna attenzione affinché si prendano il meritato riconoscimento.
Tutto ciò che è intorno a noi ha una potenzialità evocativa che può essere disvelata tramite il gesto artistico e proposta ad un pubblico che, volenteroso, possa provare lo stesso affetto che ripongo io inizialmente. La mia pratica parte dunque da grandi elementi naturali e non (alberi, mari, atmosfere, stanze …), per poi passare attraverso altri materiali alla soglia del ready made. Non intendo utilizzare questi oggetti esattamente come si presentano, come accade solitamente nella pratica del ready made, ma cerco di elaborarli affinché possano rivelare la loro potenzialità intrinseca. Ecco dunque che una lastra di metallo per offset diventa mare, del pluriball diventa atmosfera e la terracotta, albero. Non si tratta però di rappresentare o di un semplice cambio di forma che pretende di essere qualcos’altro, ma della scoperta di dinamiche, talvolta inaspettate, che autonomamente completano e potenziano la percezione. La luce che si riflette, lo svanire dell’oggetto, il cambio del colore, sono tutte qualità che arrivano dopo il mio input sulla materia.
Questi processi sono necessari per proporre al pubblico un momento di intimità emotiva, dal carattere contemplativo, con i vari soggetti. Una volta che lo stesso spettatore esce dalla galleria, spero che sia in grado di riconoscere (annullando il passaggio di scoperta) ciò che c’era già da molto tempo. Ciò che era background diventa foreground.